Descrizione
Domenico Sarro (Trani 1679 - Napoli 1744)
La furba e lo sciocco (1731)
L’impresario delle Canarie (1724)
Personaggi e interpreti
Paola Leoci - Madama Sofia (soprano)
Nicolò Marzocca - Dorina (controtenore)
Carmine Giordano - Barlacco/Nibbio (baritono)
Nicola Ceo, Alessandra Riccardi, figuranti
Ensemble S. Teresa dei Maschi (con strumenti storici)
Valerio Latartara, Dario Palmisano, vìolini
Dario Cappiello, viola
Claudio Mastrangelo, violoncello
Giuseppe Lillo, violone
Sabino Manzo, cembalo e direzione
Nicolò Marzocca, regia
Angela Gassi, costumi
Domenico Sarro
Di origini pugliesi, Domenico Sarro (Trani, 24 dicembre 1679 – Napoli, 25 gennaio 1744) giunge a Napoli da «figliolo piccolo in età di sei anni in sette» per studiare al Conservatorio di Sant’Onofrio, probabilmente sotto la guida di Alessandro Scarlatti, Gaetano Greco e Angelo Durante. La sua car- riera si svolge interamente in ambito partenopeo. Nel 1703 ottiene la carica di «vicemaestro della Real Cappella» di Napoli. L’avvento asburgico nel Mezzogiorno e il ritorno di Alessandro Scarlatti a Napoli (1707) fanno perdere al compositore ventottenne il presti- gioso incarico istituzionale a corte: fino al 1719, Sarro concentra pertanto la sua attività negli ambienti ecclesia- stici, come la chiesa di San Paolo dei Teatini,4 e nell’«opera de’ Morti» del Monte della Misericordia, per cui com- pone molte messe funebri. Le sorti di Sarro sembrano migliorare tra il 1715 e il 1720. È del 1716 il dramma Ciro, su libretto di Pariati (rappresentato dal 24 novembre 1716 fino al 5 gennaio 1717 al Teatro di San Bartolomeo), che inau- gura la folta schiera delle grandi opere serie scritte dal musicista pugliese per il massimo teatro napoletano. Nel 1720 è incaricato «di servire la Fedel[issi]ma Città di Maestro di Cappella» presso la «Chiesa di San Lorenzo, dove detta Fed[elissi]ma Città fa tutte le funzioni»; l’incarico fa seguito alle dimissioni del predecessore Gaetano Greco. Al culmi- ne del cursus honorum di Sarri si col- locano l’elezione a vice maestro della cappella di corte nel 1725 (Alessandro Scarlatti, primo maestro, muore e Francesco Mancini gli subentra) e la nomina a maestro di cappella nel 1737 (Francesco Mancini viene a mancare e Sarro ne prende il posto). A incoronare la figura di Sarro come compositore istituzionale, oltre all’aggregazione all’Arcadia romana con lo pseudonimo «Daspio» nel 1726, è sicuramente la composizione di Achille in Sciro, che il 4 novembre 1737 inaugura il Teatro di San Carlo, appena eretto da Carlo di Borbone, succeduto agli Asburgo nel governo di Napoli dopo le vicende della guerra di successione polacca.
Il 25 gennaio 1744, un anno dopo la composizione della sua ultima opera, Alessandro nelle Indie, Sarro muore all’età di sessantacinque anni. Oltre alla dozzina di drammi seri, tra i quali Burney ricorda Tito Sempronio Gracco oltre alla Didone abbandonata del 1724 (il primo libretto del Metastasio), Sarro scrisse numerose cantate e serenate per festeggiamenti nobiliari (tra cui spic- cano lo Scherzo festivo tra le ninfe di Partenope, composto per il compleanno dell’imperatrice asburgica nel 1720, e la serenata Andromeda, in cui debut-
ta Farinelli, composta nel 1721 per il matrimonio del principe Della Rocca), opere di soggetto sacro (come Ester riparatrice, 1724), commedie per musi- ca per il Teatro dei Fiorentini (alcune, come Gli amanti generosi e Fingere per godere, rispettivamente 1735 e 1736, testimoniano la collaborazione con il librettista Tommaso Mariani), inter- mezzi (Brunetta e Burlotto, scritti per Ginevra principessa di Scozia nel 1720, sono probabilmente i primi intermezzi indipendenti dal dramma ospite creati a Napoli), musica sacra.
CENNI STORICI
L'intermezzo buffo a Napoli nella prima metà del settecento, guadagna pian piano grandi consensi da parte di tutti coloro frequentassero i teatri del capoluogo: nobili, cortigiani, reali, ma soprattuto il popolo più modesto che gremiva lo spazio della platea per gustare e divertirsi di fronte alla commedia. Proprio per loro, si può affermare oggi, gli intermezzi venivano creati, per dare anche al "popolino", la sua fetta di spensieratezza e divertimento. Venivano infatti eseguiti tra un atto e l'altro di grandi opere serie ed impegnative, che non tutti erano in grado di capire e seguire. A volte nobili o reali, commissionavano intermezzi, proprio per farsi ben volere, donando al popolo la possibilità di partecipare alle grandi manifestazioni teatrali dell'opera.
Sarro ne è stato, senza dubbio, uno dei più prolifici creatori. Quelli che vi proponiamo, sono tra i più noti del nostro maestro pugliese, che ne ha scritti a decine. La nostra versione vede una commistione di intenti nelle due trame, atte ad unire i due libretti in un'unica esecuzione con intrecci di personaggi e trame, grazie al lavoro di elaborazione e regia di Nicolò Marzocca, che dopo i successi delle ultime opere messe in scena per questo festival, si ripropone in un'ambientazione decisamente più leggera, pronta ad immergervi in un mondo di sogni, colori e tanta allegria....
MISURE ANTICOVID 19
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